martedì 2 aprile 2013

Blogstorming: scelte genitoriali e stili di accudimento


Durante la gravidanza ho letto diversi libri e diversi articoli su internet che parlavano di scelte genitoriali e stili di accudimento, libri che parlavano del linguaggio dei bambini e di come comprenderlo e ancora oggi consulto internet per avere supporto e conforto ogni volta che ho qualche dubbio su come affrontare le nuove tappe della crescita del mio piccolo Matteo di 6 mesi e 1/2.
Di tutti i libri che ho letto ho preso le cose che sentivo giuste per me ma di una parola ne ho fatto la nostra bandiera: RISPETTO.
Rispetto per il nostro bambino come essere umano, che non è ancora in grado di manifestarmi con parole i suoi desideri e bisogni ma non per questo deve essere trattato come un bambolotto privo di volontà.
La mia/nostra, a casa condividiamo tutto ciò che riguarda la sua educazione, scelta è di parlare con lui e spiegargli le cose, chiedere il suo parere come farei con qualsiasi adulto e soprattutto ascoltare le sue risposte.
Matteo è un bambino facile, da manuale, ha risposto bene a qualsiasi cosa gli sia stata sottoposta.
Fin da prima della sua nascita avevo i miei pallini primo tra tutti: non si dorme nel lettone e non si tiene il bimbo sempre in braccio, (consapevole che un conto è il dire l'altro il fare).
Il lettone non rappresentava per me un vizio ma la limitazione degli spazzi personali e della coppia, per cui Matteo ha dormito fin da subito nella sua culletta posta accanto al lettone, tolto il primo giorno che ha avuto bisogno del suo tempo per conoscere la sua nuova casa poi finito di allattare lo rimettevo nel suo lettino e dormiva tranquillo a due mesi l'ho trasferito nella sua cameretta e dopo due giorni di riadattamento ora dorme lì sereno.
Ho usato dei trucchetti per farlo adattare, trucchi che con noi hanno funzionato benissimo tratti dal libro "IL linguaggio segreto dei neonati", metterlo nella culla tenendolo in braccio in modo che senta il mio contatto, prenderlo in braccio se piange rassicurandolo ma appena smette rimetterlo giù, mettere il cuscino che usiamo per l'allattamento intorno a lui in modo che lui percepisca uno spazio più ristretto e allo stesso tempo senta il mio odore ecc.
Come dicevo con noi ha funzionato tutto, Matteo è un bambino facile, trovo che coinvolgerlo in tutte le cose sia stata la carta vincente.
Abbiamo cercato di puntare anche sull'INDIPENDENZA, non tenerlo in braccio più del necessario e lasciandolo da solo in cameretta, insegnandogli ad addormentarsi da solo, lui sa che se ha bisogno mi chiama ed arrivo, lui sa che se oggi vuole compagnia per addormentarsi me la chiede e questo avviene. Potete non crederci che lui chiaramente chieda ma lo fa, siamo noi che dobbiamo imparare a capire.
Indipendenza però non vuol dire niente coccole o che non lo prendiamo mai in braccio perché non è così Matteo è coccolatissimo anche perché per me le coccole sono il sale della vita.
Da quando sono mamma ho capito che non esistono manuali pronti all'uso, bisogna sentire dentro qual'è  la cosa giusta per noi, essere onesti con se stessi e non aver paura dei giudizi degli altri se si decide di andare contro corrente e soprattutto ascoltare il proprio bambino, molti credono che i bimbi sono come un panetto di creta da plasmare e che non hanno il loro carattere fin dalla nascita, io sono convinta del contrario, i bimbi nascono già con il loro carattere, il contesto in cui vivono contribuisce alla formazione della loro personalità e può farne bimbi sicuri op insicuri ma se nascono bimbi scontrosi diventeranno adulti scontrosi perché il loro carattere e quello.
Un'altra cosa che per noi è stata importante è che la famiglia già esisteva ed è stato Matteo a inserirsi in essa e non la famiglia che si è plasmata attorno a Matteo.










Questo post partecipa al blogstorming http://genitoricrescono.com/blogstorming/cosa-e-il-blogstorming/

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